Trasmissione della tubercolosi

Tubercolosi: cenni generali

La tubercolosi è una delle malattie più diffuse nel mondo odierno, anche per via della sua facilità di trasmissione. Basta, difatti, respirare le goccioline d’acqua, spesso incluse nel vapore o nell’aria, per venire immediatamente contagiati dal bacillo di Koch. Immediatamente la tubercolosi colpisce i polmoni, ma non si sviluppa sin da subito. Il batterio Mycobacterium tuberculosis può restare nell’organismo umano per diversi anni, prima di attivarsi. Si stima che in alcuni Paesi dell’Est Europa (specialmente quelli dell’ex blocco dell’Unione Sovietica) circa il 95% delle persone siano dei portatori sani del batterio, che però resta inattivo. Ciononostante la tubercolosi è sempre stata una patologia molto grave, con un’incidenza di mortalità nei Paesi sottosviluppati davvero molto elevata. In quelli industrializzati, invece, si riesce ad alleviarne il trascorso e la sintomatologia grazie ai farmaci antitubercolari. Altresì vengono prese molte misure preventive volte al miglioramento delle condizioni igieniche. Delle scarse condizioni igieniche, difatti, rappresentano un ottimo substrato per la crescita e la moltiplicazione del bacillo di Koch. Ancor oggi in molti Paesi è possibile che scatti l’allarme.

La trasmissione della tubercolosi

Trasmissione della tubercolosiIl bacillo di Koch si trasmette unicamente per mezzo delle piccolissime goccioline di saliva della persona infetta. Tali goccioline possono venire emesse durante i dialoghi, i colpi di tosse o gli starnuti. La trasmissione può mai avvenire alla luce del sole, in quanto i bacilli di Koch, non appena colpiti dalla luce ultravioletta, si distruggono. La pericolosità del contagio è variabile in relazione alla quantità dei bacilli di Koch presenti nell’escretato del malato, nonché alla durata del contatto. Difatti, perché avvenga il contagio è necessario che la durata di contatto sia abbastanza prolungata. Come accennato precedentemente, l’infezione si attiva unicamente se il sistema immunitario non è in grado di arginare i germi nell’organismo nel giro di poche settimane. Il caso più comune è quello dell’infezione latente. Si tratta anche della casualità più pericolosa, in quanto così i germi sono in grado di attivarsi a distanza di molto anni dall’infezione. L’attivazione può avvenire per via dell’indebolimento del sistema immunitario, perché si soffre di patologie autoimmuni, sia è contagiati dal virus HIV, oppure perché si è denutriti e si fa un ampio uso di alcol e droghe. L’assenza di vitamine e di sostanze nutrizionali fondamentali per l’organismo umano è una condizione basilare che potrebbe comportare l’attivazione dell’infezione. Inizialmente il batterio colpisce unicamente i polmoni, mentre successivamente potrebbe diffondersi anche in altre zone del corpo per mezzo del flusso sanguigno. Così il batterio può comportare diverse complicanze a danno dei reni, del fegato, del sistema linfatico, quello urinario e circolatorio. Senza dimenticarsi dei danni al cervello, alla colonna vertebrale e persino alla pelle. In tutto questo, però, vale la pena precisare che la tubercolosi extrapolmonare ha più possibilità di svilupparsi nei bambini piuttosto che negli adulti, sempre per via del fatto che il sistema immunitario negli adulti è più preparato e forte. Se non si cura la tubercolosi con velocità, questa può risultare fatale per l’organismo. La malattia può diffondersi da uomo a uomo e più raramente dal latte bovino verso tutti coloro che lo bevono, a patto che il latte sia stato in contatto con la persona infetta che l’ha contagiato. Si tratta comunque di casi molto rari. Inoltre in molti Paesi sul latte vengono effettuati dei rigidi controlli atti a evitare la diffusione della malattia. Tra le sedi più comuni di contagio è possibile trovare gli ospedali e tutti i luoghi chiusi in cui si trova almeno un malato con l’infenzione attiva.

Cause della diffusione e resistenza della tubercolosi

La principale causa di diffusione della tubercolosi nel mondo è rappresentata dall’AIDS. Quest’ultima, essendo più concentrata in alcune zone del mondo piuttosto che in altre, diminuisce drasticamente l’efficacia del sistema immunitario delle persone, che diventano così vulnerabili allo sviluppo della tubercolosi. Nel corso del tempo, inoltre, il bacillo di Koch ha mostrato un’incredibile resistenza ai farmaci antitubercolari. Pertanto si è resa necessaria una costante evoluzione dei farmaci per distruggere le difese dei batteri e annullare la loro resistenza ai farmaci precedenti. La resistenza ai farmaci da parte di questo ceppo batterico è stata evidenziata in quasi tutti i continenti (a parte l’Australia e l’Antartide). Oggigiorno gli studiosi evidenziano le tipologie Xdr-Tb e Mdr-Tb, differenti per quanto riguarda la loro resistenza. Come se tutto ciò non bastasse in Russia, Lettonia, Perù, Sudafrica e Thailandia il ceppo batterico ha dimostrato una grande resistenza anche ai farmaci di seconda scelta. Questo mostra anche l’elevata capacità di adattamento dei bacilli di Koch. Per limitarne la diffusione si consiglia di diagnosticare il prima possibile la malattia, in quanto così le cure saranno più efficaci.

Quali sono i sintomi?

Si può pensare alla tubercolosi se il soggetto è affetto dalla tosse cronica e dalla presenza del sangue nella stessa. Altresì è presente un forte (acuto) dolore al petto che aumenta d’intensità con il progredire della malattia. Sono indicativi anche la febbre, la costante sudorazione e la perdita di peso. Ciononostante, la diagnosi della patologia richiede anche l’utilizzo di altre tecniche, come il test della tubercolina e la radiografia toracica.